Tè verde da mangiare
D’ora in poi chiamiamo questo bel paese il Myanmar, in riferimento al regno che precedette la sua colonizzazione da parte degli inglesi. Si trova tra due giganti, l’India e la Cina, la cui influenza economica, culturale e culinaria si distingue nettamente.
Nonostante una complessa transizione democratica, i violenti conflitti armati in corso e l’autorità del Buddismo ortodosso che può essere opprimente quando si è ragazze, abbiamo adorato percorrere la Birmania! I birmani ci hanno accolto con estrema gentilezza e hanno condiviso le loro ricchezze patrimoniali, naturali e le loro tradizioni.

È uno dei piatti principali della cucina tradizionale birmana. Credo che sia la prima cosa che abbiamo mangiato in Myanmar: foglie di tè! Servite in insalata con molto limone, aglio e olio, sono degli antipasti. Si usano anche per cucinare delle carni in umido. Poiché sono fermentate, danno un sapore molto particolare, un po’ terroso e amaro; in ogni caso le abbiamo adorate!

Si trovano nei mercati: bisogna chiedere le foglie di tè umide o fermentate. Beh, questo quando si parla birmano! In realtà ci si limita a indicarle: sono sempre in piccoli sacchetti di plastica, a differenza delle foglie secche che servono per le infusioni e che sono sfuse.
Non abbiamo ancora trattato il tè verde (ma non tarderà!), invece abbiamo un ampio dossier su il matcha, un tè verde le cui foglie sono coltivate in modo molto particolare e poi polverizzate. Nel caso delle foglie di tè commestibili in Birmania, si dice che mantengano l’essenziale dei loro nutrienti, in particolare gli antiossidanti. Noi approviamo 🙂

La spirulina vulcanica in tutte le sue forme

Tra i meandri del mercato Bogyoke, un mercato artigianale e tradizionale nel centro di Yangon, ci si imbatte in una bottega completamente retro-futurista. Uno scrigno turchese con specchi a perdita d’occhio ospita sulle sue bancarelle un alimento altrettanto retro-futurista – perché ha 3,5 miliardi di anni ma è anche il cibo del futuro, secondo noi, la spirulina vulcanica!
Della spirulina nel vino, nei biscotti per l’aperitivo, nelle bevande energetiche, in pillole e persino nelle crocchette per gli animali!

I birmani ne consumano molta, sia nelle grandi città che nelle zone rurali. C’è pubblicità ovunque! Quando abbiamo fatto un ritiro meditativo in un monastero nel sud-est del paese, la piccola bottega dove le suore e i monaci si rifornivano vendeva spirulina!
È coltivata in laghi vulcanici della regione di Sagaing, come quello che si vede nella foto.

Trek da Kalaw al lago Inle: curcuma, zenzero e arachidi a perdita d’occhio

60 chilometri separano Kalaw – una cittadina di montagna dove si sfugge un po’ al caldo – dal lago Inle. È consuetudine attraversare le montagne e le foreste a piedi facendo un trekking di tre giorni durante il quale si dorme presso le famiglie in piccoli villaggi. Abbiamo fatto questo percorso guidati da Bone Bone, un giovane birmano che ha illuminato tanto i nostri passi quanto la nostra conoscenza sulle piante, la cultura e la politica birmane.

Oltre alla bellezza dei paesaggi e delle esperienze – non ci eravamo mai lavati per strada, mezzi nudi, tra i bufali e i bambini con secchi d’acqua fredda – siamo rimasti sbalorditi dalla quantità di piantagioni di superalimenti!

Si comincia dai campi di zenzero. I birmani ne vanno matti! È l’alimento di base della loro cucina. Se da noi lo usiamo per insaporire alcuni piatti, è centrale in Myanmar, dove è consuetudine fare delle “insalate di zenzero”.

Un’altra star incontrata sul nostro cammino: la curcuma. Bone bone ci ha insegnato a identificare le piantagioni, e ne ha prelevati alcuni rizomi per farceli assaggiare. È forte! Lo avvolgono in una foglia di banana per farsi una piccola scorta per il resto del trekking, e ne mordiamo ogni mattina per darci coraggio!

E per finire, le arachidi! Sì sì, quelle che ingoiamo freneticamente come se fosse il nostro ultimo pasto prima della fine del mondo e delle quali non sappiamo se sono grasse perché tutti ci mettono le dita dentro…
Sono in realtà molto sane, ricche di proteine, fibre e minerali, tutto dipende da come le consumiamo! I birmani le fanno bollire, per esempio. Immergono le arachidi con il guscio nell’acqua bollente e le mangiano calde. È assolutamente delizioso. Ne abbiamo mangiate a colazione, e delle freschissime lungo il percorso.





Ci auguriamo che vi sia piaciuto tanto quanto a noi scoprire di più sui super food birmani. Alla fine, sono noti anche da noi, solo consumati diversamente! Prossime tappe: spirulina sui rooftop di Bangkok e moringa equo e solidale in Thailandia 🐒🐒
Charlotte & Quentin

