La necessità di cambiare la nostra alimentazione di fronte al cambiamento climatico e alla crescita demografica
Le diete sostenibili secondo la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare, nutrizionale e a una vita sana. “Le diete alimentari sostenibili proteggono e rispettano la biodiversità e gli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, accessibili, economicamente giuste e abbordabili; adeguate dal punto di vista nutrizionale e salutari”.
Come indica il Dr Tony Jupiner, “la maggior parte di noi potrebbe pensare che siano le nostre scelte in fatto di energia o trasporti a causare i danni ambientali più gravi. In realtà, è il nostro sistema alimentare ad avere il maggiore impatto”.
Infatti, la prima ragione per cui è necessario che cambiamo la nostra alimentazione è l’ambiente. Il 75% della diversità genetica delle piante coltivate è andato perso in 100 anni. Ciò è dovuto al fatto che la nostra dieta non è abbastanza varia. Il rapporto ci insegna che il 75% del cibo mondiale proviene da appena 5 specie animali e 12 specie vegetali. Riso, mais e grano rappresentano oltre il 60% delle calorie derivate dalle piante nell’insieme della dieta umana.
Entro il 2050, la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i 10 miliardi di persone. Per combattere la fame, dovremmo concentrarci su un’alimentazione più sostenibile. La coltivazione degli alimenti proposti nel rapporto ha rese superiori rispetto alle colture attuali. In breve, non necessariamente mangiare meno, ma piuttosto meglio.
Molte fonti di nutrienti sono escluse dalla nostra dieta. Infatti non consumiamo abbastanza vitamine e minerali. In questo senso, il rapporto del WWF cerca di favorire un cambiamento positivo offrendo ai consumatori una scelta alimentare più ampia.
Poiché il clima futuro è altrettanto incerto, il rapporto mette in evidenza colture possibili in condizioni aride, in grado di resistere a forti ondate di calore o, al contrario, a grandi gelate, per esempio.
Per tutte queste ragioni, il WWF ha individuato i 50 alimenti del futuro di cui dovremmo fare largo uso. Questi alimenti hanno un impatto minore sul pianeta rispetto agli alimenti di origine animale, sono economici e accessibili, e hanno un buon sapore.
I 50 alimenti del futuro secondo The future 50 Foods
Il rapporto è suddiviso in 10 categorie di alimenti. Scopriamole!
Le alghe
Ricche di nutrienti, le alghe sono essenziali per la nostra esistenza sul pianeta (in particolare per il loro apporto di ossigeno). Il rapporto mette in evidenza due tipi particolari di alghe: la Porphyra umbilicalis (nori) e l’Undaria pinnatifida (wakame).
L’alga nori è generalmente usata per i maki. È ricca di vitamina C e non richiede pesticidi o fertilizzanti. L’alga wakame, invece, è stata a lungo coltivata in Corea e in Giappone. È una delle poche fonti di acidi grassi omega-3, solitamente presenti nei pesci grassi. È inoltre fonte di un’ampia varietà di vitamine e minerali.
I fagioli e i legumi
La loro coltivazione è buona per l’ambiente. Inoltre sono fonti di fibre, proteine e vitamine del gruppo B
Si possono trovare, più precisamente, il fagiolo rosso del Giappone, il fagiolo comune, le favette e le fave, il bambara o pisello della terra.
I cactus
A causa del suo sviluppo in climi aridi, il cactus è una fonte nutrizionale interessante in caso di inasprimento del clima in futuro. Questi cactus contengono enormi quantità di vitamine C ed E, carotenoidi, fibre e amminoacidi. Il rapporto consiglia, ad esempio, il consumo dei cactus a pala.
I cereali e i semi
Questa categoria rappresenta già la nostra principale fonte di cibo. Tuttavia è opportuno variare questi consumi, privilegiando alimenti come l’amaranto, il grano saraceno, l’eleusina, il fonio bianco o la quinoa, per offrire un migliore valore nutritivo e migliorare la salute del suolo.
Frutta e verdura
Sebbene questa categoria sembri ovvia, non consumiamo ancora abbastanza frutta e verdura. Sono ricche di vitamina C e fibre e hanno poche calorie. Il rapporto mette in evidenza la zucca e il pomodoro.
Il WWF sottolinea in particolare che le verdure a foglia, come il broccolo-rabe, il moringa, o gli spinaci, sono le più versatili e nutrienti di tutte le verdure.

I funghi
Questi alimenti crescono in luoghi dove gli altri alimenti non potrebbero. I funghi, come il lattario delizioso, il poliporo cespitoso e il collybia dal gambo vellutato, sono ricchi di vitamine B e D, di proteine e di fibre.
Le noci
Spesso chiamate “i migliori alimenti”, le noci hanno un alto contenuto di proteine, vitamina E e grassi. Il rapporto cita in particolare il lino coltivato, il sesamo e il noce.
Gli ortaggi da radice
Si tratta degli organi sotterranei di una pianta. La loro coltivazione resiste nelle stagioni fresche e la loro conservazione è lunga dopo il raccolto. Gli ortaggi da radice, come la scorsonera di Spagna, il prezzemolo e il ravanello bianco, contengono molte vitamine e minerali.
I germogli
Sebbene presentino un rischio di proliferazione batterica, il loro contenuto di nutrienti è estremamente elevato. I ceci e l’erba medica coltivata fanno parte di questa categoria.
I tuberi
Il consumo dei tuberi meno comuni rende il nostro sistema alimentare più resistente. Alimenti come la patata dolce o il loto d’Oriente sono ricchi di carboidrati.
Si tratta effettivamente di una lista non esaustiva. Inoltre, alcuni di questi alimenti rimangono comunque difficili da trovare al momento. Ma questo rapporto ci permette di vedere che è possibile e necessario nutrirsi in modo diverso, più ricco e più sostenibile.

